domenica 22 luglio 2007

Uno scriba a Gesù: chi è il mio prossimo?

Il testo di Luca (10,25-37) che contiene la parabola del Samaritano è tanto noto e citato da essere entrato nel linguaggio comune con l'espressione "fai il buon samaritano"!
Il catechismo ci ha insegnato Ia parabola spiegandola come un richiamo alla bontà, certo parla anche di questo ma il fulcro del discorso è un altro. Al centro del testo vi è la domanda: "chi è il mio prossimo?", chi è il mio vicino? Chi è il mio amico?
Leggendo l'antico testamento non è difficile notare come fossero radicate nella cultura ebraica le categorie del nemico, del diverso, dell'altro che si contrapponeva a chi appartieneva allo stesso ceppo etnico-culturale/religioso. Luca nel testo tenta di promuovere una rivoluzione culturale affermando che il diverso, l'altro, il nemico non esiste. Il samaritano, nn credente, diverso e quindi da emarginare secondo la comunità di Luca è invece il "prossimo", uomo come tutti gli altri.

Il testo suggerisce una riflessione sulla difficoltà, anche contemporanea, nell'accettare l'altro, ciò che è diverso, ciò che esiste come contrapposto a noi, ma tutte queste contrapposizione hanno un reale fondamento? gli uomi di culture diverse forse non pensano e bramano le stesse cose?
Tematica affine è la consapevolezza di ciò che siamo e delle contrapposizioni culturali che abbiamo ereditato:
  • l'uomo-l'animale: ma l'uomo non è forse un animale?
  • donna-uomo: nn sono forse espressioni sessuali dello stesso essere vivente?
  • bambino.-anziano: il secondo nn è foerse l'evoluzione del primo?
A pensiarci la nostra cultura è nettamente antropocentrica quasi a sottolineare il primato dell'uomo sul creato, l'uomo Dio... ma non basta forse un diluvio x cancellarci da cio che crediamo dominasre???

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