domenica 22 luglio 2007

Il cuore di Maria e le mani di Marta

Nel racconto di Luca (10,38-42) Gesù non elogia un modello di meditazione (Maria) rispetto ad un altro d'intraprendenza, generosità, azione (Marta). Nella cultura ebraica sarebbe apparso anacronistico parlare di meditazione, pratica e concetto che nasce poi dal misticismo cristiano-ellenico. L'inginocchiarsi di Maria va dunque interpretato come un tradizionale gesto di cortesia ed ospitalità, non come lo stereotipo di chi ascolta e/o medita. Le parole di Gesù appaiono dunque come il consiglio di un buon pedagogo, psicologo, maestro. Per il Cristo Maria appare molto più tranquilla, sicuramente meno produttiva di Marta ma riesce a ritagliare del tempo per sè.

Per comprendere veramente il testo nella prospettiva originale occorre capire le motivazion che hanno portato Luca a descrivere un tale scorcio di vita famigliare. L'obiettivo dell'evangelista era quello di richiamare la sua comunità neo-cristiana all'osservanza del sabato ebraico ovvero a mentenere il tradizionale giorno settimanle da dedicare al riposo da ogni sforzo fisico.

Quanto può apparire moderno ed attuale questo richiamo di Luca in una società come la nostra in cui il tempo viene divorato e lo stress della domenica è uguale a quello del sabato e degli altri giorni settimanali? Chi di noi abitualmente si ferma ad ascoltare musica classica, legge qualche pagina densa da meditare o fugge in un luogo appartato a godere della natura pacifica e pacificante?

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