domenica 8 luglio 2007

Ecco io vi mando come agnelli in mezzo a lupi

Per interpretare il vangelo di Luca 10,1-20 sono necessarie alcune premesse:
- Storicamente Gesù non ha mai inviato 72 persone (nel testo originale non compare né il termine discepoli né quello di apostoli).
- Luca scrive questo brano condizionato da un problema della sua comunità.
Risulta facile immaginare che sia Luca a mettere in bocca a Gesù il manuale di comportamento per i 72, rappresentati la soluzione al problema della comunità lucana.

<<...non portare borsa, né bisaccia, né sandali, non salutate nessuno lungo la strada. in qualunque casa entriate, prima dite "Shalom"...>>

La missione dei 72 è di carattere pre-evangelico e consiste nell'esorcismo:
- curare i malati (secondo la tradizione ebraica chi era malato era posseduto)
- vincere il male cosmico (in natura ed in particolare nel deserto quale male
poteva apparire peggiore del veleno dello scorpione o del serpente?)
- allontanare gli spiritelli che secondo l'antica tradizione pagana (e non solo) tormentavano l'uomo nel bene e nel male.
Tutte queste convinzioni trovavano fondamento nella comunità di Luca dove il paganesimo affermava l'idea che l'uomo fosse dominato da forze esterne a lui (spiritelli, demoni, male...). Purtroppo tali credenze accompagnate da un'ondata di sette stanno tornando di moda e indice di tale tendenza è il neo-proliferare di dottrine energetiche orientali e/o New Age.

Il testo, molto suggestivo ma lontano ed antico, è un ottimo pretesto per una meditazione lessicale.
Luca invia 72 esorcisti per "redimere" cioè liberare le persone da tutte quelle energie, malattie e credenze che opprimevano l'individuo. Il messaggio evangelico, però, va oltre e parla di "salvezza" (categoria astratta) o "salvificazione" (termine che suggerisce un dinamismo). Se la finalità evangelica fosse soltanto la redenzione basterebbero dei buoni guaritori, medici, sciamani, esorcisti o psicologi ma al cristiano viene promessa e richiesta la "salvezza", termine che sintetizza il dover orientare la propria vita nella giusta direzione. In questa ottica Gesù rappresenta colui che ha indicato la direzione e le scritture l'unico strumento con cui recuperare il “significato delle cose” per orientare la nostra esistenza. Il modello antropologico cristiano è dunque attivo ed in contrasto con una figura umana impotente e sottomessa a chi sa quali forze...

1 commento:

Anonimo ha detto...
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