venerdì 8 giugno 2007

Grindhouse


Tributo cinefilo ai B-movie anni '70 in pieno stile Tarantino: provocatorio, colto e visivamente genialel

Il titolo del film deriva dal termine americano indicante i cinema che proiettavano film di tutti i generi d'exploitation: film di kung fu (in particolare quelli dello Shaw Scope), splatter, slasher, horror, thriller, sexploitation, blaxploitation, spaghetti-western e tutti quei generi di film realizzati negli anni settanta.

Il film trae ispirazione da un modo in cui gli stuntman possedevano - nei film - un'auto "a prova di morte", Per quanto potessero essere scarsi alla guida, potevano sbattere la loro auto in testacoda contro un muro a 120 km/h e sopravvivere. Tale suggestione invogliò Tarantino a creare uno slasher su uno stuntman in pensione che inizia a seguire e uccidere ragazze giovani e sensuali con la sua auto "a prova di morte".

Tarantino cinefilo, appassionato dei B-movie, si regala la costosissima possibilità di girare un film in cui si utilizzano i-pod e cellulari ma i colori, le rigature, gli stessi salti di fotogramma sembrano quelli di un film del 1977 non troppo ben conservato.

Il godimento è elevato e la coreografia tarantiniana trova come sempre iperboli visive assolutamente geniali!

Unica pecca consiste nelle lunghe chiacchierate che, per quanto messe in scena da apprezzabili fanciulle, restano sempre tanto, troppo lunghe. Anche in questo caso nulla da ridire sulle citazioni colte che infarciscono i dialoghi di giovani donne finalmente libere dallo stereotipato ruolo di vittime predestinate, ma lo sproloquio di parole è davvero esagerato!

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